Non ho potuto fare finta di niente. Non posso fare finta di niente, non posso.
Non posso, dopo solo un libro sulla femminilità ancestrale–lupesca scritto da un’antropologa cilena, convincermi, ad esempio, che il mio attuale non potere fare finta di niente appartenga a un retaggio malsano di incomunicabilità padre-figlia, no.
E, quindi, non posso compiere il conseguente “salto” dalla fase nigredo a quella intrisa di luce alba-chiara e dirmi: -La crescita è compiuta. Sono femmina di spazio acqua illimitato
adesso. Free dall’inconscio anaffettivo, free di estrinsecare la lupa coraggiosa che conosce il territorio e risponde soltanto quando ha fame di giusto-erba/giusto-percorso -.
Non posso… capisci?
No, non capisci. Non capisci un cazzo. Perché non sono una lupa e manco te. Non posso fare finta che le tue iniziative non esistano. Esistono, le fai. Le vedo, le leggo. Per dio. Io……. Tu…………
Ci sono personaggi anomali. Da sempre. Personaggi che hanno rimosso il ricordo, che non si ricordano niente, di quando erano bambini. Capisci? No. Non capisci un cazzo. Non ti ricordi niente. O ti ricordi le cose sbagliate, perché quelle giuste me le ricordo io. Te lo garantisco.
Dotata di memoria, totale nel giudizio divino, ti dico, Katiussia bella, che la proposta della maglietta non mi turba, brava. L’invettiva all’Altissimo che si farà due raspe ti piacerebbe, peccato, però. Chè saremo solo noi a ricordarci di invasivi pruriti grazie ai tuoi tettini miaoeschi, immedesimandoci nel Signore Dio tuo, lo facciamo noi. Ce lo facciamo noi.
Ma tu sai anche questo. Silenti, su di te, facendoti felice, felice come solo tu sai essere, felice. Come solo tu hai capito come essere, sporcata. Piccolo genietto fantastico e bagnato. Sei la cosa più perversa che ho incontrato. La maglietta me l’alzo pur io, con te. Ma lo faccio male. Lo faccio di nascosto, quasi sempre, e senza gioia. Spero tu approva. Lo farai. Capiscimi Katiazza. Ma certo, che ti capisci. Sei capace. Per questa ragione, forse?, tu capisci tutti noi…?
E a nulla valgono le riviste sulla mente che in edicola costano sei euro e che in libreria non ci possono essere. A nulla valgono le salutari escursioni dentro la psiche femminile quando ti accorgi che un’altra, già dal pelo, è più delicata di te. A nulla valgono le danze solitarie fatte per ammazzare il tempo prima dell’unica cosa che ci interessa prendere. A me e a te. Indipendentemente dal credo.
La maglietta via. Via, via. Porca madonna non volevo bestemmiare. Mi perdoni? Fammi sentire che sono delicata. Perché tutte le donne, superata la fase nigredo, lo sono.
Marta
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